Terapia ormonale antiandrogena - PSAALTO

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Terapia ormonale antiandrogena

Psa dopo terapia ormonale

La premessa fondamentale per capire il comportamento del PSA dopo terapia antiandrogena è che la produzione del PSA da parte del tessuto prostatico, sia normale che neoplastico, è androgeno dipendente e quindi la terapia ormonale potrebbe agire solo sull’espressione del gene del PSA e non avere quindi attività antineoplastica. Inoltre, i tumori prostatici scarsamente differenziati possono non produrre PSA.
Dal comportamento del PSA dopo terapia ormonale è possibile dedurre che:
- La diminuzione del PSA è un indice di ormono-sensibilità del tumore. I pazienti nei quali la velocità di riduzione del PSA è maggiore e nei quali si ottiene la normalizzazione dei valori sierici entro 3 mesi dall’inizio della terapia hanno una prognosi migliore e tendono a rimanere ormono-sensibili per un tempo maggiore.
- La diminuzione del PSA dipende sia dalla scomparsa delle cellule che producono PSA e che sono androgeno dipendenti (diminuzione della massa tumorale) sia dalla inibizione della produzione del PSA nelle cellule androgeno dipendenti e in quelle semplicemente androgeno sensibili anche senza scomparsa delle cellule medesime.
- L’aumento del PSA (progressione sierologica) è espressione di una refrattarietà ormonale delle cellule neoplastiche e può cronologicamente precedere di alcuni mesi la comparsa di una progressione clinica.
- L’aumento del PSA è dovuta alla progressione del tumore che, tuttavia, può verificarsi anche senza aumento consensuale del PSA, dato che la produzione di quest’ultimo può essere assente o inibita in cellule peraltro proliferanti.
Il valore del PSA pretrattamento ormonale nei pazienti con un carcinoma prostatico avanzato o metastatico é generalmente correlato alla estensione della malattia al momento della diagnosi, ma non può essere utilizzato per individuare i pazienti che risponderanno alla terapia e che avranno quindi un intervallo libero da progressione più lungo e una sopravvivenza maggiore. Nei pazienti che rispondono alla manipolazione endocrina si osserva una rapida discesa, generalmente bifasica, dei valori del PSA con un nadir dal secondo al sesto mese dopo l’inzio della terapia.
La normalizzazione dei valori di PSA dopo 3 mesi (entro 6 mesi) rappresenta il più precoce ed importante dato correlato alla risposta terapeutica ed é indice di una maggiore sopravvivenza libera da progressione.

La maggior parte dei pazienti (80-85%) che sviluppano una progressione della malattia durante il trattamento ormonale mostra un innalzamento del PSA circa 6-12 mesi prima che la progressione sia evidente clinicamente; la finestra temporale tra progressione biochimica e clinica rappresenta un momento favorevole ad un intervento terapeutico di seconda linea in un paziente con una malattia ancora poco voluminosa e in condizioni migliori per tollerare una terapia

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