Domande frequenti sul psa - PSAALTO

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Domande frequenti sul psa

Faq sul psa
01. Che cos'è l'adenomatosi prostatica?
Quando si parla di "Ingrossamento della prostata dei vecchi", si usa quasi sempre una terminologia sbagliata perché:
* Con l'età non si ingrossa tanto la prostata quanto piuttosto un piccolo gruppo di ghiandole poste a ridosso di quel canale urinario (uretra) che attraversa la prostata. Pertanto "dentro la prostata" cresce una specie di nuova ghiandola che schiaccia la prostata "vera" verso fuori. Solitamente questa "palla" che cresce dentro la prostata é fatta di due parti poste a destra e sinistra dell'uretra; altre volte esiste anche una terza parte in mezzo che cresce verso la vescica ( lobo medio).
* Dopo anni di sviluppo questa iperplasia prostatica benigna o I.P.B. (per distinguerla dall'adenocarcinoma prostatico maligno) può raggiungere anche le dimensioni di un pompelmo, e la prostata "vera" schiacciata all'esterno come una buccia.

02. Quando inizia a formarsi la I.P.B.?
La I.P.B. inizia a svilupparsi molto presto, già dopo i 30 anni, ma non in tutti i soggetti cresce con la medesima velocità.

03. Che cosa causa la I.P.B.?
Non si conosce con esattezza la causa della I.P.B. Alcuni ricercatori ritengono che sotto lo stimolo delle urinazioni continue, delle eiaculazioni e delle infiammazioni si verifichino dei microtraumi che liberano dai tessuti prostatici vicino all'uretra una sostanza capace di causare l'accrescimento delle ghiandole vicine. Anche le alterazioni degli equilibri ormonali nei tessuti sono probabili cause.

04. Quando si cura l'adenomatosi della prostata?
Non è la dimensione maggiore o minore a rendere necessaria una cura della I.P.B. Bisogna sapere che prostate con piccoli adenomi possono dare molti disturbi e prostate grandi possono anche essere silenti. In molti centri si usa un particolare questionario per capire l'entità dei disturbi di un paziente. Si assegna un punteggio alle risposte dei pazienti, e quanto più elevata è la somma finale, tanto maggiore è la necessità di una terapia.

05. Chi cura la I.P.B.?
L'urologo é lo specialista che si occupa di curare la I.P.B insieme, e di concerto col medico curante del paziente.

06. La I.P.B. può trasformarsi in cancro?
Solo venti cancri prostatici su cento si originano dalla zona di I.P.B. Non è stato dimostrato che I.P.B. grandi degenerino in cancro più facilmente di quelle piccole. Pertanto non si deve decidere di operare la I.P.B. al fine di prevenire il cancro. Come abbiamo detto, anche dopo aver tolto l'adenoma, la prostata "vera" resta in sede! Infatti chi è stato sottoposto ad intervento di "prostata" deve seguire i programmi di prevenzione dal cancro prostatico come chi non è stato operato. Anzi, una ghiandola "tagliata" per togliere l'adenoma potrebbe anche rendere più agevole, quindi pericolosa, la diffusione di un tumore insorto successivamente nella prostata.

07. Come si cura la I.P.B.?
Esistono cure con medicine o cure con operazioni chirurgiche.

08. Come si scelgono le une o le altre?
Dipende dall'entità dei sintomi, dalle dimensioni dell'adenoma, dall'età e dalle condizioni generali del paziente e anche dall`esperienza dell`urologo.
Si leggono notizie di medicine che renderebbero inutile l'intervento chirurgico. Che cosa c'è di vero?
E' vero che negli ultimi anni sono stati commercializzati farmaci estremamente efficaci nel ridurre i disturbi associati alla "prostata". Semplificando al massimo: si tratta di medicine che vanno prese per lunghi periodi e che, con meccanismi diversi, allargano il canale urinario che attraversa la prostata, permettendo perciò un deflusso più agevole dell`urina. La loro efficacia è ampiamente dimostrata. Grazie a tali medicine il numero dei pazienti che devono essere operati si e fortemente ridotto negli ultimi tempi. Non tutti i casi, però, ne beneficiano in eguale misura.

09. Si leggono notizie di medicine che renderebbero inutile l'intervento chirurgico. Che cosa c'è di vero?
Certamente é possibile: la forma "acinosa" della ghiandola prostatica favorisce sia la cronicizzazione che il riaccendersi dell`infiammazione.

10. Quali sono queste diverse medicine?
Ci sono tre grandi gruppi di medicine per la cura non chirurgica della I.P.B.
* Farmaci "artificiali" ad azione di tipo ormonale che riducono il volume della prostata e che pertanto riducono la sua strozzatura.
* Farmaci "artificiali" che agiscono sui muscoli del canale urinario e che li forzano ad aprirsi, allargandolo.
* Sostanze "naturali" di origine vegetale la cui azione non è completamente nota, ma che agiscono riducendo eventuali infiammazioni e anche mediante un effetto ormonale "locale".

11. Quali sono le medicine adatte al mio caso?
Soltanto l'urologo può suggerire al paziente la cura più idonea per il suo caso. La scelta non è sempre agevole e talvolta può essere utile o addirittura indispensabile associare più medicine. Inoltre non tutti i pazienti tollerano questi farmaci altrettanto bene, e non sempre i buoni risultati ottenuti in un primo tempo sono poi mantenuti. Si capisce quindi perché la chirurgia mantenga un ruolo importante.

12. Che importanza ha la dieta e che altre norme conviene seguire?
Caffè,  cibi piccanti e gli alcolici sono da evitare. Bisogna stare attenti agli eccessi sessuali, ed anche ai lunghi viaggi, durante i quali dieta e apporti idrici possono essere irregolari e dove la posizione stessa può favorire congestioni pelviche.

13. Quali sono gli interventi chirurgici?
a.) L'adenomectomia chirurgica: è l`intervento tradizionale, che si esegue attraverso l'addome del paziente ed é riservato alle prostate grosse e a pazienti in condizioni generali almeno discrete.
b.) La resezione endoscopica transuretrale o T.U.R.P.: anche questa é un intervento chirurgico tradizionale, ma si esegue senza "taglio", con uno strumento speciale introdotto nel canale urinario attraverso il pene. Non é un intervento più leggero del precedente, anzi alcune casistiche dimostrerebbero il contrario; viene riservato a prostate medio/piccole.
c.) Distruzione della prostata con laser: numerosi tipi diversi di laser vengono introdotti attraverso il pene per distruggere il tessuto adenomatoso. Alcuni urologi considerano le tecniche laser sostitutive dei metodi precedenti in quasi tutti i casi, altri sono più selettivi. La chirurgia laser presenta vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali: meno pericolosa, permette una degenza più breve, ma ha anche alcuni svantaggi: spesso più dolori nel postoperatorio, una convalescenza più lunga.
d.) Recentemente sono state proposte nuove terapie alternative mini-invasive. Fra queste particolarmente intererssante è l'ablazione termica prostatica transuretrale con radiofrequenza (TUNA).

14. E' vero che l'adenoma della prostata può tornare?
Si, in effetti per ognuna delle tecniche elencate esiste la possibilità che si renda necessario un altro intervento per rimuovere il tessuto adenomatoso residuo o ricresciuto.

15. Com'è il sesso dopo tali interventi?
Non dovrebbe esserci impotenza dopo la chirurgia prostatica. Purtroppo però capita in alcuni casi che tale evento si verifichi. Non si conoscono esattamente le cause per tale avvenimento.

16. E' vero che alcuni diventano incontinenti?
E possibile un certo grado di incontinenza urinaria dopo un intervento chirurgico tradizionale. Solitamente però, il problema si risolve in poche settimane o mesi.

17. Qual è la cosa più importante da sapere a proposito della I.P.B.?
Poiché può coesistere con un cancro della prostata bisogna fare degli opportuni accertamenti prima di operare. Tale eventualità va anche esclusa prima di iniziare una cura con medicine. Operare o senza avere prima escluso che non coesista un cancro espone a gravissimi rischi il paziente. Come diagnosticare in tempo il cancro della prostata sarà descritto nel prossimo capitolo
Perche il Psa si dosa nel sangue e non nello sperma ?
Il psa viene emesso con lo sperma ma in piccole quantita va anche nel sangue. Le quantità di che sfuggono nel sangue aumentano quando si hanno delle malattie che destrutturano la ghiandola favorendo il passaggio del psa dalle ghiandole verso il sangue.
Questi processi sono rappresentati dalla prostatite, ipertrofia prostatica, tumore della prostata....

Cosa fare in caso di aumento del psa ?
In caso di aumento del psa è necessario escludere che questo aumento sia portato avanti dal tumore della prostata, sopratutto quando i reperti palpatori (esplorazione rettale) od ecografici ,  non evidenzino noduli nella regione periferica della ghiandola.
Si procede pertanto alla instaurazione di una terapia antibiotica ed antinfiammatoria abbastanza lunga per almeno 20 giorni:
TERAPIA ANTIBIOTICA
In genere si utilizzano i seguenti antibiotici:
Ciproxin RM 1000 1 cpr al di per 20 giorni
oppure Levoxacin 500 cpr 1 cpr al di per 20 giorni
TERAPIA ANTIINFIAMMATORIA
Aulin oppure Oki compresse / bustine ...  1 compressa   ogni 12  ore  20 giorni.
L'alternativa migliore all'antinfiammatorio classico è l'uso della bromelina (ananas sativus), in associazione all'uva ursina ed all'urtica dioica d alla serenoa repens ad alti dosaggi . Tali principi sono  presenti tutti assieme in un integratore chiamato Aposer , il quale non da'  effetti collaterali, ( rispetto ai fans) , e può essere assunto per lungo tempo e che agisce su tutte le componenti della infiammazione (compreso quella dei vasi prostatici - flebite dei vasi del Santorini)
Con tale terapia si esclude la prostatite (acuta e cronica) come causa di un alterato PSA.

Il psa va ripetuto al termine di almeno 20 giorni di terapia.
Se rimane alterato c'è l'indicazione alla biopsia prostatica, se ritorna ai valori normali, di sicuro ci sono una prostatite o una ipertrofia prostatica che dovranno essere curate.
L'autore consiglia:
Per il trattamento della ipertrofia prostatica sintomatica  (cioè con sintomi disurici :
Picnogen  cpr 1 cpr al di per 6 mesi
Monuril bustine 1 bustina ogni 10 giorni per tre mesi
Benur 4 mg 1 compressa lla sera per 6 mesi (iniziare i primi 5 giorni con 1/2 conpressa)
Per la prostatite
Ciproxin RM 1 compressa l di per 20 giorni
Picnogen  compresse 1 compressa ogni 12 ore per 20 giorni
Effettuare questo ciclo ogni quattro mesi
Le vostre richieste giunte al nostro sito
Domanda
Mio padre ha 60 anni, e da un anno ha cominciato a monitorare il  valore del psa (avendo avuto in passato suo fratello, affetto da  adenocarcinoma prostatico). Nel settembre 2007 il psa era pari a 0,89.  La settimana scorsa ha ripetuto il prelievo ed il valore e schizzato a 4,26.
E' possibile un aumento così repentino del psa in poco più di un anno?  (da premettere però che qualche giorno prima dell'ultimo prelievo, mio  padre aveva difficoltà a minzionare e modico bruciore. Disturbi  regrediti con terapia antibiotica.)
Il psa è estremamente sensibile a qualsiasi forma di infezione delle vie urinarie come sembra avere avuto suo padre. In questo caso ci si comporta effettuando  una terapia con :
Chinolonico in monosomministrazione per almeno 10 giorni
Serenoa repens ad alti dosaggi associata alla bromelina, uva ursina, urtica dioica  (1 bustina ogni 12 ore per 30 giorni)
Dopo circa 15 giorni di terapia si deve ripetere il psa con il rapporto libero totale.
Se il valore dopo terapia ritorna a valori normali suo padre  probabilmente ha avuto una prostatite. Se invece i valori rimangono alterati sarà necessario eseguire una biopsia prostatica.
Domanda
Ho 58 anni ad ottobre 2003 sono stato operarato per carcinoma prostatico T2a 3+3. Fino ad agosto 2007 tutti i controlli del psa davano 0,01 poi a febbraio 2008 è salito a 0,04 ad un successivo controllo a Giugno era ancora a 0,04 mentre a gennaio 2009 è ancora salito leggermente a 0,05.
Sono ora in attesa del prossimo copntrollo a giugno ma ovviamente questi incrementi se pur lievi e lenti, mi preoccupano facendomi temere una recidiva. quale è il vostro parere?
Al momento tali variazioni del psa non sembrano destare sospetti.
La cinetica è quella di progressione ma siamo ancora ben distanti dai valori della " recidiva biochimica "
Le allego un file che fa riferimento alle ultime linee guida sul trattamento del carcinoma della prostata.

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